l disturbo post-traumatico da stress (DPTS) (o Post-Traumatic Stress Disorder, PTSD) è l’insieme delle forti sofferenze psicologiche che conseguono ad un evento traumatico, catastrofico o violento.
I sintomi (rivivere costantemente l’evento, evitare situazioni/eventi/persone/luoghi che potrebbero ricordarlo, iperattivazione etc) insorgono come conseguenza di un evento critico, ma l’aver vissuto un’esperienza critica di per sé non genera automaticamente un disturbo post-traumatico
Questo disturbo rappresenta la possibile risposta di un soggetto ad un evento critico abnorme (terremoti, incendi, nubifragi, incidenti stradali, abusi sessuali, atti di violenza subiti o di cui si è stati testimoni, attentati, azioni belliche, etc.), e in molti casi può essere adeguatamente affrontato in sede clinica attraverso trattamenti psicoterapeutici specifici, diretti sia alla vittima sia (in funzione di supporto, quando necessario e possibile) alla sua famiglia.
È importante ricordare che la maggior parte delle persone, anche se vive eventi potenzialmente traumatici, subisce solo delle reazioni emotive transitorie (“reazioni normali ad eventi anormali”) che, seppur dolorose, raramente si trasformano in un vero e proprio PTSD strutturato. Si valuta che la prevalenza lifetime del PTSD in una popolazione normale sia del 7,8%[5].
Il PTSD non colpisce le persone più “deboli” o “fragili”: spesso persone apparentemente “fragili” riescono ad attraversare senza conseguenze eventi traumatici abbastanza importanti, mentre persone “solide” si trovano in difficoltà dopo eventi che hanno un significato personale o simbolico particolarmente difficile da elaborare.
Il disturbo può prodursi a partire da poche settimane dall’evento (anche se sintomatologie similari, disturbo acuto da stress, possono prodursi anche dalle prime ore post-evento), e perdurare per molto tempo; in altri casi, il disturbo si manifesta ad una certa distanza di tempo dall’evento, anche dopo diversi mesi